venerdì 27 aprile 2018

#MarchOfOurLives quando la marcia è social

Classy Malick e il corteo #MarchOfOurLives di Washington


#MarchOfOurLives è la marcia di milioni di persone in tutto il mondo che si mette in cammino nel nome di marzo, (march in inglese vuol dire anche marzo) seguendo la scia del corteo di Washington per gridare a gran voce più controlli nella vendita delle armi negli Stati Uniti, a seguito della strage del Marjory Stoneman Douglas High School in Florida.

La strage in cui hanno perso la vita 17 persone precede di pochi giorni la sparatoria nella sede di Youtube per mano della youtuber 39enne, ed è l’ultima di una lunga serie, una delle più sanguinolente di sempre all’interno di un edificio scolastico americano. Alla memoria riaffiora la strage di Coloumbine, raccontata in maniera magistrale dalle inquadrature di Gus Van Sant in Elephant.
L’argomento è molto delicato e Instagram che è diventato parte integrante del nostro modo di esprimerci e di esprimere il mondo che ci circonda, ha dato molto risalto all’iniziativa. Uno scatto racchiude molto di più di un’immagine, molte volte è uno stato d’animo, un pensiero intimo.
La piattaforma negli ultimi anni è riuscita in un’impresa innovativa nell’era dei social network, ovvero dar voce a chi voce forse non ce l’aveva, o magari amplificando quelle i quali microfoni non avevano un’ intensità tale da essere in grado di raggiungere più anime possibile. Questo, dando spazio a storie di gente qualunque che nella vita ha trovato un riscatto, un obiettivo da portare avanti, lo stesso obiettivo per cui la vita vada vissuta, legando il tutto a temi come diritti negatitematiche LGBTdisuguaglianze e tutto ciò che fa parte di un tessuto sociale che merita una ribalta molto più ampia, che senza la lente d’ingrandimento del social network forse sarebbe rimasto nell’anonimato o circoscritta a pochi.
La marcia dello scorso 24 marzo ha abbracciato in pieno questo filone emozionale, e ancora una volta Instagram è sceso in campo per schierarsi dalla parte di chi ha chiesto risposte, dalla parte dei marciatori, e ha dato voce ad un giovane giornalista @ClassyMalick portavoce degli oltre 800.000 del corteo di Washington. I numeri sono esorbitanti, oltre 500.000 immagine condivise con l’hashtag #MarchOfOurLives.
Questo perché l’argomento è uno dei più spinosi di sempre per gli Stati Uniti, per la Casa Bianca e per il Congresso. Da una parte le lobby delle armi, dall’altra i cittadini che chiedono maggiori restrizioni nella vendita delle armi e che il tema non sia soltanto affrontato nei giorni successivi alle stragi, ma vengano presi provvedimenti netti sperando diventi uno degli argomenti principali per le prossime elezioni in cui si andrà a rinnovare il congresso, affinché quanto accaduto non si ripeta più.

Nessun commento:

Posta un commento